Aversa 02/07/2010
Giuseppe Oliva
Sindacus, Gargamella e Puffi BLU…
Stanotte ho fatto un sogno, non un incubo, no: un sogno. Strano, coinvolgente e clamorosamente assurdo.
Uno di quei sogni che, una volta svegliatoti pensi: Nel sogno, in parte ambientato nel medio evo ed in parte ai tempi nostri (e probabilmente non vi è manco troppa discrasia tra le cose), la mia città si ritrova infestata da tremendi Puffi BLU che giorno dopo giorno continuano a moltiplicarsi senza che alcuno trovi la forza per arrestare tale invasione.
La cittadinanza tutta, frastornata e martorizzata dalle docili bestiole, decide di ribellarsi e di dare mandato ad alcuni loro rappresentati di portare all’attenzione del signore della città il malessere di tutti indicendo un consesso cittadino.
E così succede ed io, curioso come sempre, non perdo l’occasione per assistervi. Bene, sette (dico sette) ore di consiglio comunale per arrivare ad una soluzione che risulta già chiara all’ingresso in “arena” del Gladiatore più simpatico e sorprendente che la storia ricordi: Sindacus!
Avrei potuto scegliere il suo nome d’arte, Cialdramerlin, ma a dire il vero non è che renda poi tanto l’idea…
Sarò breve.
Almeno quanto il Circo a cui ho assistito nel mio sogno assieme ad altri coraggiosi cittadini e “plebei” che hanno, per fortuna o per illuminazione divina non si sa, scelto di esserci.
Vi anticipo che non vi saranno colpi di scena clamorosi, almeno non nel risultato finale che poi ripeto, non è altro che il primo pensiero espresso ad alta voce da Sindacus appena messi i sandali nel teatro.
Non esiste più il problema dei puffi ad Aversa perchè lui, eroe di mille battaglie e di tante vittorie, la soluzione ce l’ha già e sta in effetti attuandola senza per forza attendere l’inutilità di questo fastidiosamente democratico consesso.
Bene, evviva, la folla esulta e si alzano i pollici: disinfestazione sia.
Eliminiamo il maggior numero di puffi che da mesi (anni a dire il vero) infestano le strade della nostra amata città!!!
“e no!” dice lui “ma cosa vi siete messi in testa? I puffi ormai ci sono e ci restano.
Tutti! Dobbiamo solo imparare a conviverci assieme…”.
Perplessità, sgomento e qualche volto teso sia tra il pubblico che tra gli altri gladiatori già armati e coi piedi sulla rena. Qualche brusio, e dalla plebe una voce incontrollata come un serpe strisciante si insinua nelle teste della gentaglia che può solo ascoltare, può solo guardare ma non può, ovviamente, scendere in battaglia:! Ed eccola, quasi sussurrata, non colta dai più o silentemente lasciata cadere nell’oblio per non creare scompiglio, quasi fosse un fallo in aria dopo 10 secondi di gioco.
No, i rigori hanno più effetto al novantesimo, quando non c’è più tempo per recuperare.
E quindi silenzio.
Nessuno raccoglie.
Nessuno tra i guerrieri nell’arena.
Ma sugli spalti quella voce arriva forte e chiara “se volete tolgo i puffi dalle strade la domenica, ma solo in periferia perchè è giusto che continuino a scorrazzare felici per il centro come tutti noi, ed in cambio ne faccio arrivare altri ad insediarsi in qualche posto ancora vergine”.
Sconcerto.
- Ma, ma…Abbiamo sentito bene? No, siamo vittime di qualche incantesimo – la plebe è sgomenta, i cittadini turbati. Ma l’ora è scoccata, inizia lo spettacolo: dentro le tigri.
Da una parte i “buoni” e dall’altra i “cattivi”.
Ma già qualcosa in questo concetto scricchiola ed allora si rimescolano le squadre e da una parte vanno i “belli”
e dall’altra i “brutti”.
Niente, provare con qualcosa di più arcaico come quella di disporre da una parte la “maggioranza” e dall’altra la “minoranza” è un esercizio che trova tutti impreparati e allora si ritenta con la suddivisione in “guelfi” e “ghibellini”. Macchè.
Niente! Tutti contro tutti potrebbe essere una soluzione.
Una sorta di “Royal Rumble” di Wrestlyngiana memoria darebbe a tutti l’idea di un disordine quantomeno più ordinato e comprensibile.
Ma nemmeno così si può procedere e allora vai, avanti così, a braccio.
Quello che sarà sarà l’importante e che si alzi il sipario, si aprano le gabbie e si liberino i leoni! Il primo a scendere nell’arena è il prode e coraggioso Morusurs, che come primo atto depone nelle mani di Sindacus le sue dimissioni da PuffBusters.
Ma non per paura, no! Per motivi personali che non gli consentiranno più di occuparsi della caccia ai mostriciattoli blu! Peccato.
Proprio lui, il capo della spedizione? E perso il condottiero l’esercito è senza generale.
Ma Sindacus, ridendo accetta le dimissioni e chiede dell’altro, Elivazz, reo di aver confidato ai suoi più prossimi collaboratori e a qualche decina di giornalisti di avere intenzione di abbandonare la caccia.
Ma Elivazz è uomo tutto d’un pezzo, e come tale nega l’insubordinazione, dichiara fedeltà a Sindacus Decimo Meridio, e prosegue i suoi lavori per quella commissione che, a detta dei PuffBusters, dovrebbe risolvere lo spinoso problema. Salvo poi dichiarare, con lancia e scudo in mano, che questo circo a suo avviso è inutile e sbagliato perchè, purtroppo, per questo problema non vi è nulla da fare e lui non ha alcuna intenzione di muovere un dito per stravolgere la situazione.
Evidentemente a lui i Puffi piacciono o forse fanno paura.
Poi, preso da un inspiegabile raptus d’onnipotenza inizia a vaneggiare e disporre della vita e della morte dei gladiatori più anziani!?!?
Tra risolini isterici, sguardi allucinati e scongiuri più o meno eleganti uno di questi, Pantullio, forse perchè toccato nell’animo o forse per indottrinare il più giovane e avventato collega gli ricorda che “a mort nun ten crianz e spess port ‘e giuvan annanz…” (la morte non guarda in faccia a nessuno e spesso prende prima i giovani che gli anziani) e giù le mani tra le braghe degli imberbi in sala che stavolta si sentono vittime di un’amara profezia.
Meglio di così non poteva iniziare il più bello tra gli spettacoli del mondo!
Tra stilettate, colpi di fioretto e clave agitate a destra e a manca si compatta un gruppetto, erano in sette, ma due, spaventati dalla violenza degli scontri e dagli sguardi infuocati di Sindacus, preferiscono riporre le armi nel…boh? Non lo so, ma quelle armi son riusciti a farle sparire in qualche modo. Magia di Sindacus o altro non ci è dato saperlo purtroppo, ma resta il fatto che i Talmiericusboys cambiano fazione senza nemmeno troppa vergogna.
Hanno organizzato loro la partitella e poi non sono andati a giocare.
E per poco non si portavano via anche il pallone! E la tigre…
I cinque schiavi dissidenti, senza retrocedere e con disposizione “a testuggine” si ritrovano a far male, molto male, al nostro povero Sindacus che accusa il colpo e prova a reagire pronunziando incantesimi, maledizioni e tanti tanti insulti. Ma si sa, la classe non è acqua e solo a voler riportare tutte le poesie che mago Forrest (sempre Sindacus ma in versione magocomico) si è scoperto a verseggiare, non basterebbero cento libri.
E ve le risparmio.
Ma non tutte…
Parte con un soft “non fare battute cretine” (da buon condottiero magari ne pretende l’esclusiva), proseguendo con un meno soffice “venite a giocare a fare i consiglieri (gladiatori ndr) ”, per arrivare a più concreti ed incisivi “ma io gli spacco il culo a quello lì” o “toccatemi tutto ma non il mio “Breil”…perchè ve tagl ‘e man”.
E ripetendo convulsamente le formule magiche che così recitavano “io non sono scemo, io non sono fesso, io non sono stupido” (quasi a voler convincere se stesso più che gli altri) prova ad incantare la platea ed i combattenti.
E tra la richiesta di abolizione della festa della donna, invenzione di strisce nere per i morti e proposta di devolvere il gettone (compenso dei gladiatori per il combattimento) alle vittime delle strisce blu, ecco che vien fuori la più straordinaria delle sorprese: Lui, Sindacus Decimo Meridio, comandante in capo dell’armata Brancaleone, ha CONCESSO magnanimamente 5000 (cinquemila…cioè, aspè,CINQUEMILA) pass arancio per le bighe delle persone handicappate (invalidi, diversamente abili, disabili…insomma, il concetto è chiaro?).
5000 invalidi su circa 30.000 patentati (stima in eccesso ovviamente) vuol dire che ad Aversa, qui nella città dei puffi, quasi il 17% della popolazione è in carrozzella!?!?
A questa confessione il buon Pantullio viene colto da emozione incontrollabile e non senza una vena di soddisfazione e con occhi scintillanti sente il dovere di dissentire con queste parole “per il mio campo un dato del genere non può farmi che piacere…ma avanzo qualche perplessità sulla stima”.
E se lo dice lui che se ne intende…
Certo, magari può apparire stonata la nota mentre suona le lodi al buon Dio perchè gli riempie la città di disabili però…
Però!
Però il bello è dietro l’angolo ed i colpi di genio, di classe e di clava non sono certo finiti, anzi! I “dissidenti” insistono, chiedono e pretendono con tutte le loro forze che i puffi siano portati nel loro habitat naturale, che siano confinati nelle loro riserve e che non diano più fastidio alla popolazione.
Ma no, è chiaro, tutto ciò è improponibile ed inumano.
Perchè, perchè povere bestiole non possono vivere e proliferare attorno a noi?
Perchè tutto questo accanimento contro di loro?
Ma tanta insensibilità non può passarla liscia ed ecco che il prode Tozio, difensore dei puffi, dei parcheggi e dei dirigenti incapaci, scende in campo ed attacca gli infedeli “perchè” – dice – “quando una cosa mi sta particolarmente a cuore io la difendo con le unghie e con i denti”.
Ed i puffi, evidentemente, gli stanno particolarmente a cuore.
Non si toccano, non si spostano e va tutto bene così.
La nostra città ha altri problemi, a partire dalla munnezza.
E lui ce lo ricorda.
E noi lo ringraziamo.
Un po’ turbati tutti dal fatto che Aversa non è poi quell’isola felice che tutti pensavamo, ritorniamo, più tristi ma ugualmente attenti, alla disputa. Micidiale, invero, il colpo inferto dal Palluccius alle tesi ed alle gambe degli ingrati: “diciamoci la verità, io da quando è in atto questa invasione dei puffi blu trovo finalmente posto sotto casa” – dice lui. Ergo, se lui trova posto sotto casa per il suo cavallo bianco e la sua biga, il piano funziona. Perchè sì, perchè Sindacus (alias Mago Forrest) è riuscito nella magia di far sparire 30.000 bighe in una sola notte di agosto più altri e numerosissimi veicoli provenienti da fuori “le mura” liberando così lo spazio sotto la residenza del giovane e brillante cavaliere-guerriero.
Adesso lui parcheggia sotto casa senza problemi ma i 5000 (Signore Santo ma che piaga hai riversato su Aversa affinchè CINQUEMILA automobilisti siano finiti in carrozzella??? Cos’ha fatto questo popolo per meritare che la Tua scure si abbattesse con tale violenza su di esso???) disabili non possono circolare sui marciapiedi poiché invasi dalle bighe magicamente teletrasportate…
Ma lo spazio c’è, nonostante la ritrosia del buon Sindacus nei confronti delle donne, della loro festa e soprattutto delle loro fastidiosissime gravidanze (“strisce rosa? Sapete che faccio? Quando una donna è incinta faccio i posti gratis per i maschi…”), anche per lei, la santa protettrice della dignità e l’onore delle persone offese (non rientranti nella somma dei 5000…almeno credo).
Lei, donna Sirgilia, che non fosse altro per il nome (cognome) che porta dovrebbe meravigliarsi o turbarsi molto meno dinanzi ad eleganti disquisizioni e lezioni di questa o quell’altra materia.
E invece “Stasera mi stupisco di ascoltare lezioni di giurisprudenza e colte citazioni.
Mi sono persa qualcosa?” dal pubblico qualcuno la conforta “sì, un po’ di cultura generale…”!
Ma lei è signora e non raccoglie.
Ha una missione, deve proteggere il buon nome di un congiunto di San Sindacus, deve proteggere l’onorabilità del suo “Breil” dalle infamanti dicerie della plebaglia.
Un po’ spiazzati dall’intervento della pia donna che ha inteso sottolineare ciò che tutti già sappiamo e di cui giammai avremmo dubitato (e cioè le virtù morali, l’incorruttibilità e la rettitudine di tutto il parentado di Sindacus) ci accingiamo, assieme ai gladi nell’arena, ad ascoltare quanto ella ha da dire sull’argomento in questione e su chi o cosa la spinge a prendere una parte piuttosto che l’altra.
E aspettiamo.
E aspettiamo…
E staremmo ancora aspettando se non avesse preso la parola qualche altro dotto, erudito filosofo che tra colpi di machete e alabarde spaziali si districa in argomentazioni degne di scuole peripatetiche di Aristoteliana memoria. GigliusCaesare, agitandosi tra lame e coltelli, tra banchi e poltrone, enuncia saggiamente : “ i che stamm a parlà? Niscuna pausaaaaaa.
Io me n’aggia turnà a casa” (pensieri sparsi di cui prendere nota perchè nella vita possono sempre tornare utili).
E ancora “ma nun agg capit, pecchè quann vac a casert e a napul aggia pavà 10€ per due ore ngopp e puffi???, Ad Aversa, la verità è che stamm ancora addret…” – Cioè, giustamente, se lui per un giro di un paio d’ore sui puffi casertani o napoletani paga 5euro orari (e qui mi chiedo dove siano questi puffi così cari…Ma manco a Montecarlo.
Ammesso che li vi siano!) allora 1,50 a puffo/h nella nostra città è davvero irrisorio.
Quindi, la proposta verrebbe
spontanea: perchè non aumentare la tariffa? Ahahahahaha, tutti ridono di cuore a questa ipotesi ma non si accorgono che quello che ride più di gusto è proprio lui, Sindacus, perchè sa già, più di altri, quanto il saggio Giglius Caesare si sia avvicinato alla realtà.
E poi insiste, in difesa della stirpe che rappresenta, nella sua richiesta-proposta di “alzare un muro atto atto atto atto…fino al pavimetto” in modo da isolare la popolazione aversana perchè, diciamoci la verità, gli invasori proprio non ce li vuole.
“Ma pecchè a gent e for addà venì a Averz e po’ parcheggia a carrett ccà???”.
E’ giusto! E digli che è scemo?
Macchè…E’ giusto giusto.
Non fa una grinza.
La gente di fuori se ne stia a casa sua.
E lui evitasse di andare a Napoli e Caserta a pagare 5€/h a puffo per chissà quale strano motivo.
Forse per lavoro? Forse per commercio?
Forse per…boh?
Non lo so.
Certo è che se alziamo sto muro poi chi e dentro è dentro e chi è fuori è fuori.
E speriamo che fuori ci finiscano i peggiori anche se qualche dubbio persiste…
Inaspettato a questo punto arriva un combattente, bello, alto, possente, stabile sulle gambe che comincia a menar fendenti a destra e a manca, senza far sconti a nessuno.
Impavido il Peppus procede come un treno, incalza Sindacus, lo pone spalle al muro e trafigge, una volta, due, tre, il Corvo Nero, lì, in piedi sul trespolo da ore ad aspettar che si plachi la battaglia per poter uscire, indenne, dal campo. Peppus non ha pietà, mostra la spada, i denti, gli atti ed i contratti e lui, il Corvo Nero sbianca, scende dal trespolo, si aggrappa a Sindacus, invoca l’aiuto di Tozio e poi, triste, sconfitto e umiliato, ammette senza vergogna di non conoscere nulla della “creatura che ha partorito”.
Sembra quasi sul punto di ammettere che lui, quella figliola, non l’ha generata, non è sua.
L’ha solo riconosciuta e le ha dato il nome.
Per il resto figlia di NN potrebbe aver scritto sulla carta d’identità.
Ma si sa, Tozio, quest’argomento l’ha preso a cuore.
Lui, sensibile, i puffi li ama.
Mica come quei cinque (non CINQUEMILA DISABILI) “infami” (così Sindacus ha avuto l’ardire di definirli…o no? O dagli spalti si è sentito male???) mangiatori di puffi a tradimento. Quei soci di Gargamella. Certo lui, Gargamella, l’amico loro. E Birba, il gatto scambiato per una tigre da qualcuno dei coraggiosi consiglieri-combattenti che difendono strenuamente la vita dei piccoli esserini blu mangiasoldi.
Tozio interviene, manda via il Corvo Nero, “và, scappa, proteggi te stesso e sindacus e soprattutto: VATT A STUDIA’ U CONTRATT FESS”, e si lancia in quella che per tutti è sembrata la più spericolata e sfacciata difesa del villaggio dei puffi per intero. “Ma come” dice Peppus “ sul contratto è scritto chiaramente che noi possiamo mangiare quanti puffi vogliamo senza che Grande Puffo possa avere nulla a che pretendere.
E allora perchè non lo facciamo? Non dico di mangiarli tutti.
Magari non dico nemmeno di mangiarli.
Ma qualcuno cacciamolo via.
Che ne so, magari all’ingresso del cimitero potrebbero dare fastidio, sono rumorosi, insopportabili.
Dai, da li mandiamone via la metà.
Manco tutti. E poi gli uffici postali ed altri luoghi sensibili, su, riduciamoli di numero che sono troppi.
Ma pure per loro, sono talmente tanti che ci finiscono sotto i piedi involontariamente…”. Gelo, sembra sia accaduto il miracolo.
Le armi si abbassano, il clangore cessa, gli animi si placano.
I cinque sembrano interessati a trovare un’intesa. Sindacus sorride nervosamente e guarda il Corvo Nero (che va e viene dalla segretaria e da Tozio) il quale abbassa lo sguardo timidamente come uno studente impreparato.
“Non so niente io…non sono stato io.
Non l’ho fatto apposta perchè mi guardate tutti???”.
E già, perchè guardano tutti il Corvo Nero?
Perchè da lui ci si aspetta la bella notizia.
Un bel “se po’ fa…” e tutti a casa felici e contenti.
Ma lui tace, prende tempo e piagnucola.
E Tozio interviene “Noneee, nun se po’ fa!”.
E perchè? Sindacus e Corvo Nero si rianimano, dagli spalti incredulità e rabbia crescente, dall’arena delirio e inquietudine.
“Nun se po’ fa perchè se cacciamo via dieci puffi è scritto sul contratto che dopo dobbiamo portarli a pascolare altrove”. Tutti a cercare quest’articolo.
Lo troviamo.
TUTTI.
Tranne Tozio che, distrattamente, legge solo un rigo di quell’articolo, dimenticando, clamorosamente ma certamente in buona fede, la prima parte che fa riferimento a fiere, eventi, manifestazioni e lavori in corso.
Cioè, in pratica, quell’articolo spiega che se vi è una manifestazione che dura più di dieci giorni, occupando qualche fungo dei puffi, allora questi puffi devono essere trasferiti altrove fino al termine della manifestazione/lavoro ecc.!
E’ scritto, l’hanno capito tutti tranne Tozio, Corvo Nero e forse Sindacus.
Forse…
L’aria inizia a diventare pesante, irrespirabile.
La tensione adesso si taglia con un coltello perchè purtroppo qualcosa sembra aver rovinato i piani di Sindacus e dei suoi soldati.
Quell’articolo ammazzapuffi agita tutti ponendoli in uno stato di fibrillazione decisamente imprevisto.
Tutti a guardarsi come a cercare l’uno negli occhi dell’altro la soluzione a quella situazione di stallo.
Ed eccola, la soluzione:. Vorrebbe morire, essere ovunque ma non lì, vorrebbe piangere disperatamente tra le braccia di Sindacus, vorrebbe dispiegare le sua ali da corvaccio e scappar via.
Prega, implora, si agita nervosamente e quindi, insperatamente il prodigio si compie: ! Il Corvo non se lo fa dire due volte, scappa a gambe levate (gambe? Un corvo con le gambe?) per raggiungere al più presto la libertà.
Ma aimè le pause sono tali perchè hanno un termine e quindi dopo 10 lunghissimi e concitatissimi minuti di riflessione si ritorna nel teatro.
Il pubblico è tranquillo perchè ormai, chiaramente, una soluzione si è trovata.
Peppus ce l’ha posta lì, su un piatto d’argento, e l’intera comunità potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo trovandosi finalmente meno puffi blu tra i piedi.
E difatti il ciceronico GiglusCaesare prende la parola e dichiara, padrone come sempre della favella e di tutte le sue sfaccettature che, sì, ha ragione Peppus ed è infatti completamente d’accordo con la sua proposta voterà contro perchè si sa, agli imprenditori devi dare e non devi togliere…?!?!! E conclude con il più elegante tra i neologismi :…E giù una bella randellata su Peppus e la sua proposta.
Ma proprio perchè la condivideva! Vabbè, la cittadinanza non si preoccupa più di tanto, sarà un equivoco o una incomprensione, poi si aggiusta tutto tanto.
Al massimo, passerà l’emendamento con un solo voto contrario o con un “distenguimento”.
E quindi riprende le armi in mano il buon Pantullio ma solo per mostrare a tutti la sua volontà di deporle. Amen, finalmente qualcuno che vuol fare da mediatore.
E lui media, chiede con insistenza di fermare le ostilità per accordarsi con Peppus e con Sindacus ed i suoi uomini.
Se po’ fa.
Proviamoci.
Il pubblico è in visibilio, i puffi finalmente preparano le valige.
La nuova atmosfera di ritrovata armonia quasi fa passare in secondo piano “il puffo avvelenato” che Sindacus porge a Mariniellum – quasi fosse la strega cattiva che offre la mela a Biancaneve (o era Cenerentola quella della mela? O la bella addormentata? Non ho mai capito la differenza. Boh?) – per farlo fuori solo perchè questi, giovane ma rispettoso, si propone di accompagnarlo al più presto verso una pensione tanto giusta quanto meritata (per Sindacus un vero e proprio prepensionamento ma per tutti gli altri chiaramente un atto tardivo ma indispensabile) anche a rischio di accollarsi personalmente il peso, che per questa sua caritatevole iniziativa, graverà sull’INPS.
E quasi sembrano lontane persino le richieste di Poappassum a Sindacus relativamente al fatto che in una strada dove vi sia un puffodromo privato il cui accesso viene a costare 1€/h i puffi blu costino 1,5€/h, quasi quasi (penserebbero i maliziosi) a voler invitare tutti nel puffodromo che tanto a cuore pare stare a Tozio.
E Marrandea?
Dopo aver provato con tutte le sue forze a far comprendere agli altri combattenti e a Sindacus Simpaticus che, con molta probabilità, tutti sti puffi in città non è che siano proprio il massimo della vita (ricevendone di contro qualche allegro insulto e qualche adorabile offesuccia da lui, signore supremo dell’arena), persino lei appunto, che tutti i motivi avrebbe per continuare a menar fendenti a Tizio, Caio, Sempronio e Qui, Quo, Qua seduti in prima fila dei banchi a ridere e far casino quasi fossero a scuola e non in una pubblica arena, decide di deporre l’ascia da battaglia e venire incontro alla proposta di Peppus con il dichiarato intento di far fuori quanti più puffi è possibile.
E sia, si depongano le spade e si trovi una soluzione che faccia contenti tutti, ma proprio tutti, tranne i puffi blu.
Pantullio parla con tutti e da buon mediatore si propone di stilare il documento di disinfestazione ma poi, dopo articolate trattative tra gladiatori e gladiatori rinuncia alla sintesi tra le viarie proposte ed emendamenti e si accoda a quanto richiesto da Sindacus.
Ma cosa succede?
Nulla, ma davvero nulla ve lo giuro.
Quello che era stato proposto dal signore assoluto della città dei puffi esattamente 7 ore prima viene adesso passato ai voti con l’aggiunta di qualche virgola e qualche punto e qualche centinaio di puffi blu in più! E la firma in calce di Pantullio…
In sostanza, la proposta abbattipuffo di Peppus viene ignorata dai 18 soldati dei Sindacus per poi venir bocciata all’atto delle votazioni senza nessun motivo dichiarato.
Avrebbero potuto giustificarsi dicendo che amano i puffi e che non vogliono far loro del male.
Avrebbero potuto dire che in fondo Grande Puffo è un personaggio straordinario e merita di portare sempre più puffi in città.
Avrebbero persino potuto dire che Peppus è antipatico e quindi gli votano contro perchè non lo sopportano. Avrebbero potuto dire qualunque cosa ma hanno taciuto.
Per poi festeggiare felici al momento dell’approvazione della proposta di Sindacus a firma di altri ma dichiaratamente sua, che vedrà, chissà dove e chissà quando, l’ingresso di tanti nuovi puffi blu in cambio del fatto che la domenica, alcuni di loro coi funghi in periferia, se ne restino a casa a dormire o se ne vadano fuori dai mar…dalle mura per ventiquattro ore.
“Tanto si sa”- spiegherà loro Sindacus – “la domenica, fuori casa vostra non c’è nessuno, che vengono a fare all’ufficio postale di domenica? Quindi manco nessuno vedete.
Nun ce stev manc nient a fa…Jatev a fa u bagn a mare e ce verimm Lunnerì”.
“Ecco”, conclude il grande signore della terra blu “vulit parlà de strisce blu, e parlat vuje tant u problema è u vostr nun è u mije…”
Ma questo era solo un sogno e nei sogni si sa, il lieto fine non può mancare mai ed infatti, come da copione Grande Puffo, ed i suoi dolci amichetti blu vivranno per sempre felici e contenti. Un po’ meno contenti vivranno gli aversani. Ma si adegueranno. Come sempre. O no…?
Ovviamente tutti i personaggi, i dialoghi ed i luoghi sono inventati, rispondo esclusivamente alla mia fantasia che nei sogni, si sa, diviene quasi allucinante.
Ogni riferimento a persone, cose, virgolettati e assolutamente casuale e non vuole in alcun modo richiamare personaggi reali (anche perchè troppo vicini ad una visione fantastica ed in alcuni casi onirica) di ieri, di oggi e…di domani!
Un giorno invece vi racconterò la seduta del consiglio comunale di Aversa del 28/06/2010 relativa all’annosa questione del piano parcheggi e delle strisce blu…
S. G.
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